Trump firma l’ordine che dichiara pronta la vendita di TikTok

da | 26 Set 2025 | Politica, Tech War

Donald Trump ha firmato ieri un ordine esecutivo che sancisce la nascita di una nuova entità americana di TikTok, valutata 14 miliardi di dollari. Si tratta di una cifra ben distante dalle valutazioni miliardarie con cui ByteDance, la casa madre cinese, è solita stimare se stessa.

L’ordine arriva in applicazione della legge del 2024, che aveva imposto la vendita delle attività statunitensi della popolare app di video brevi o, in alternativa, la sua chiusura entro gennaio 2025.

Il presidente ha spiegato di aver trovato un’intesa con Xi Jinping. “Ho parlato con il presidente Xi”, ha detto Trump. “Abbiamo avuto una buona conversazione, gli ho spiegato cosa stavamo facendo e lui mi ha detto di andare avanti”. Un passaggio che, al di là della dimensione politica, certifica l’ingresso in una fase molto delicata: da un lato la continuità operativa di TikTok, dall’altro la necessità di rassicurare gli utenti americani sulla gestione dei loro dati.

Trump ha sottolineato il valore politico e simbolico della mossa. TikTok, che conta 170 milioni di utenti negli Stati Uniti, secondo lui è stato anche un fattore decisivo per la sua rielezione, tanto che il presidente ha aperto un proprio profilo personale seguito da 15 milioni di utenti. Anche la Casa Bianca, nel frattempo, ha inaugurato un account ufficiale per presidiare la piattaforma.

TikTok e il nodo dell’algoritmo

Il punto più delicato della trattativa resta l’algoritmo di raccomandazione, il vero cuore del successo di TikTok. Secondo quanto stabilito dall’ordine esecutivo, l’algoritmo sarà riaddestrato e monitorato dai partner di sicurezza americani, e la sua gestione ricadrà sotto il controllo della nuova joint venture.

In altre parole, l’infrastruttura che determina cosa vedono gli utenti statunitensi dovrà essere sottoposta a un processo di “americanizzazione”, con un occhio alla privacy e alla protezione dei dati. Il che, ci offre lo spunto per un approfondimento che contiamo di fare a breve sula nostra pagina Substack.

Va poi detto che i media cinesi (ci riferiamo a LatePost e Caixin) hanno offerto venerdì scorso una narrazione diversa, parlando di un ruolo ancora significativo di ByteDance nella futura struttura, con responsabilità operative che andrebbero ben oltre la semplice cessione.

Tra le ipotesi riportate, anche la creazione di una nuova entità americana di TikTok che riceverebbe parte dei ricavi generati dalla joint venture statunitense. Entrambi i report, va però ricordato, sono stati rimossi dai rispettivi siti più tardi nella stessa giornata. Secondo CNBC, invece, tra gli investitori pronti a entrare ci sarebbero anche Oracle, Silver Lake e la società MGX di Abu Dhabi, con una quota combinata del 45%.

Gli investitori in campo

Sul fronte finanziario, l’accordo prevede l’ingresso di un gruppo di investitori americani di primo piano. Oracle e il fondo di private equity Silver Lake avrebbero già definito la partecipazione, che si aggira intorno al 50%. Una quota ulteriore sarà riservata ad altri investitori, tra cui figure di spicco come Michael Dell e Rupert Murdoch, mentre ByteDance dovrebbe scendere sotto il 20% per rispettare i requisiti imposti dalla legge statunitense.

Come anticipavamo in apertura, la valutazione di 14 miliardi di dollari ha sollevato non poche perplessità: ByteDance si attribuisce infatti un valore superiore ai 330 miliardi grazie al piano di riacquisto azioni per i dipendenti, mentre alcuni analisti stimavano TikTok tra i 30 e i 40 miliardi di dollari già senza algoritmo.

Un divario che mette in luce quanto la trattativa sia guidata più da logiche politiche che di mercato.

Un affare politico oltre che tecnologico

L’accordo su TikTok non è solo una questione industriale o tecnologica ma un’operazione che tocca direttamente i rapporti di forza tra Stati Uniti e Cina.

Da un lato, l’amministrazione Trump intende mostrare agli elettori di aver protetto i dati degli americani e ridotto l’influenza di Pechino su una delle piattaforme più popolari al mondo. Dall’altro, la Cina sembra voler mantenere un ruolo nel futuro della società, confermando la natura ibrida di un’operazione che difficilmente potrà essere presentata come un “taglio netto”.

Non a caso, alcuni deputati repubblicani hanno chiesto chiarimenti sul funzionamento effettivo della nuova struttura. “Quando i dettagli saranno definitivi, dobbiamo assicurarci che questo accordo protegga gli utenti americani dall’influenza e dalla sorveglianza di gruppi legati al Partito Comunista Cinese”, hanno dichiarato Brett Guthrie, Gus Bilirakis e Richard Hudson.

In gioco non c’è solo il destino di un’app ma l’equilibrio tra tecnologia, geopolitica e mercato. TikTok si conferma così il simbolo più potente della nuova guerra fredda digitale: un’app capace di condizionare l’informazione, la cultura e persino la politica, ora al centro di un affare che mette in discussione chi controlla i dati e chi decide cosa dovranno vedere milioni di cittadini americani ogni giorno.

POTREBBE INTERESSARTI

torre controllo shutdown

Shutdown negli Stati Uniti, aeroporti sull’orlo del collasso

File di ore ai controlli, voli saltati e personale allo stremo. I controllori di volo non vengono pagati da settimane e iniziano a dimettersi: “Ogni giorno ce ne sono...
nexperia

La fragile tregua tra Cina ed Europa sul caso Nexperia

Dopo settimane di tensione, Pechino accetta di incontrare i funzionari olandesi per discutere il futuro di Nexperia. Ma l’Olanda è stretta tra le pressioni di...
OpenAI Sam Altman ChatGPT

Sam Altman dopo il no ai salvataggi di Stato, dice sì agli incentivi

Il CEO di OpenAI ha lanciato un appello al governo statunitense per estendere il credito d’imposta previsto dal Chips and Science Act anche alle infrastrutture dedicate...
Marsha Blackburn

Google ritira Gemma dopo le accuse di diffamazione della senatrice Blackburn

Dopo una risposta “allucinata” del modello Gemma, la senatrice repubblicana Marsha Blackburn accusa Google di aver inventato false accuse di stupro. Mountain View parla...
Trump USA Xi Jinping Cina

La Cina vieta i chip stranieri nei data center pubblici

Il governo cinese impone ai data center finanziati dallo Stato di usare solo chip nazionali, tagliando fuori Nvidia, AMD e Intel. La misura arriva pochi giorni dopo il...
microsoft-uae

Trump, gli Emirati e Microsoft: l’IA diventa geopolitica

L’investimento da 15,2 miliardi di dollari di Microsoft porta per la prima volta ad Abu Dhabi le GPU Nvidia più avanzate negli Emirati. Segnando un cambio di rotta nei...
Alex Karp Palatir

Palantir sfida l’università e assume diplomati anziché laureati

Per Alex Karp non c’è più il merito nelle università americane: la “Meritocracy Fellowship” vuole sostituirle con una nuova formazione aziendale.

Xi Jinping propone un organismo mondiale per l’IA

La Cina si presenta come alternativa agli Stati Uniti, che rifiutano ogni regolamentazione multilaterale in nome del libero mercato.

Trump Halo

Halo finisce nelle strategie social della Casa Bianca

Trump come Master Chief: la Casa Bianca e il Department of Homeland Security usano immagini ispirate ad Halo per una campagna anti-immigrazione.

Casa Bianca

Le Big Tech stanno pagando la sala da ballo da 250 milioni della Casa Bianca

Mentre gli Stati Uniti affrontano lo shutdown, i colossi digitali finanziano la nuova ala dorata della Casa Bianca, tra interessi politici e deregolamentazione...
Share This