La promessa del ritorno dell’uomo sulla Luna sembra allontanarsi ulteriormente. La NASA l’altro ieri ha infatti annunciato nuovi ritardi per le missioni del programma Artemis, alimentando dubbi sulla capacità dell’agenzia di rispettare i propri ambiziosi obiettivi.
Durante una conferenza stampa, l’amministratore uscente Bill Nelson ha confermato che Artemis II, la missione che porterà un equipaggio a orbitare intorno alla Luna, è stata rinviata ad aprile 2026.
Anche Artemis III, la prima missione pianificata per far atterrare di nuovo esseri umani sulla superficie lunare, subirà uno slittamento, spostandosi dalla precedente data del 2026 alla metà del 2027.
Questi rinvii non sono purtroppo una novità per il programma Artemis, un programma lanciato sotto la prima amministrazione Trump, e rappresentano un ulteriore ostacolo in un percorso già complesso.
NASA: cambiamenti al vertice e nuove sfide
L’annuncio arriva in un momento cruciale per la NASA, con Bill Nelson destinato a lasciare il suo incarico in concomitanza con il ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca.
Al suo posto subentrerà Jared Isaacman, miliardario tech e noto turista spaziale di SpaceX, nominato alla guida dell’agenzia spaziale.
Isaacman erediterà la delicata sfida di rilanciare i piani per il ritorno sulla Luna. La sua nomina però ha già suscitato interrogativi sulla direzione futura del programma, specialmente alla luce del ruolo dominante di SpaceX nel settore e dei rapporti sempre più stretti tra Elon Musk e Trump.
Problemi tecnici e visioni in conflitto
Uno dei principali ostacoli per Artemis II resta lo scudo termico della capsula Orion.
Durante il rientro della missione inaugurale nel 2022, il rivestimento termico di Orion, progettata e costruita dalla NASA in collaborazione con la multinazionale aerospaziale Lockheed Martin, ha riportato gravi danni, sollevando preoccupazioni sulla sua affidabilità.
La NASA ha deciso di mantenere invariato il design dello scudo per la prossima missione ma di modificare la traiettoria di rientro per ridurre il rischio di ulteriori danni.
I succitati problemi, insieme ai costi elevati e ai ritardi accumulati dal razzo Space Launch System (SLS), hanno portato a speculazioni sull’abbandono del SLS a favore del razzo Starship di SpaceX.
Questa mossa potrebbe ridisegnare il programma Artemis, con SpaceX che si troverebbe a giocare un ruolo ancora più centrale nella corsa al ritorno sulla Luna.
Il che, visti i risultati ottenuti da Lockheed Martin e l’abisso in cui è precipitata Boeing, pare la scelta più razionale.
Artemis, un sogno ancora lontano
Nonostante le difficoltà, il programma Artemis rappresenta uno dei progetti più ambiziosi della NASA, con l’obiettivo non solo di riportare gli esseri umani sulla Luna, ma di costruire una presenza sostenibile a lungo termine e gettare le basi per future missioni su Marte.
Resta da vedere se Isaacman sarà in grado di recuperare il tempo perduto e mantenere in vita la visione originaria dell’agenzia.
Per ora, il sogno di tornare sulla Luna rimane un miraggio, spostato ancora una volta un po’ più in là nel futuro.


