Tesla assume operatori da remoto per i suoi Cybercab “autonomi”

da | 30 Nov 2024 | Automotive

Lo scorso 14 ottobre scrivevamo che lo scandalo di Optimus, emerso durante la presentazione dei Cybercab, era stata stata un’occasione sprecata per Tesla.

Durante l’evento “We, Robot”, organizzato da Elon Musk per presentare il suo taxi a guida autonoma, i robot umanoidi Optimus avevano interagito con gli ospiti servendo drink e partecipando ad alcuni giochi.

Superato però lo stupore iniziale, è però emerso che queste unità non erano completamente autonome: sebbene fossero in grado di camminare utilizzando l’intelligenza artificiale, molte delle loro interazioni erano supervisionate da operatori umani a distanza.

Ciò ha sollevato non pochi dubbi sulla serietà dell’evento e l’attendibilità delle promesse di Elon Musk. E ha messo in discussione le effettive capacità autonome dei robot Optimus.

Ora, a un mese mezzo circa dai fatti appena descritti, a quanto pare ci risiamo.

L’annuncio di lavoro di Tesla

“Il team di Teleoperation di Tesla AI è incaricato di fornire accesso remoto ai nostri robotaxi e robot umanoidi. Le nostre auto e i nostri robot operano in modo autonomo in ambienti difficili. Mentre sviluppiamo l’intelligenza artificiale che li alimenta, abbiamo bisogno della capacità di accedervi e controllarli da remoto”.

Inizia così l’annuncio di lavoro pubblicato sul sito di Tesla. Annuncio che, ovviamente, ha attirato le attenzioni (e le polemiche) di media e appassionati di tecnologia.

L’inserzione di Tesla parla chiaro e descrive una posizione per esperti di C++ che lavoreranno nella divisione “Tesla Bot and Robotaxi”. L’obiettivo, come si deduce, è sviluppare un sistema avanzato per fornire accesso remoto ai Cybercab e ai robot, consentendo agli operatori di prenderne il controllo tramite una piattaforma VR di ultima generazione.

Questa tecnologia utilizzerà Unreal per creare un’esperienza immersiva, consentendo agli operatori di entrare virtualmente nel “mondo del dispositivo” e gestire Cybercab e robot in scenari complessi o imprevisti.

Cybercab assistito? Lo fanno anche gli altri…

Tesla non è l’unica a seguire questa strada coi suoi Cybercab. Anche altre aziende come General Motors, con il suo servizio di robotaxi Cruise, utilizzano operatori remoti per risolvere situazioni che i sistemi di guida autonoma non riescono a gestire.

Approcci simili sono adottati da concorrenti come Zoox e Waymo, evidenziando come la presenza umana sia ancora indispensabile per supportare l’intelligenza artificiale.

Nonostante i progressi tecnologici, i sistemi di guida autonoma continuano a suscitare dubbi e critiche. Il “Full Self-Driving Mode” di Tesla è stato infatti più volte al centro di indagini e polemiche, con accuse di insicurezza per passeggeri, pedoni e altri automobilisti.

Tesla e la comunicazione, tra promesse e realtà

L’idea di autonomia totale non è nuova per Tesla, ma spesso le presentazioni aziendali hanno suscitato qualche perplessità. Oltre all’episodio descritto in apertura, infatti, va ricordato che nel 2021 il primo prototipo di robot umanoide Optimus era in realtà un attore travestito.

Come potete vedere dal video qui sotto, nessuno all’epoca poté dubitare che fosse diversamente. Così come gli stessi Optimus della presentazione del Cybercab, a domanda esplicita rispondevano che erano gestiti da remoto da un operatore.

È quindi evidente che a Elon Musk piace muoversi in quella sottile linea d’ombra tra onestà e scaltrezza, trasparenza e paraculaggine, facendo felici fan e azionisti, e scontentando gli osservatori più attenti.

Poi, va detto, alla fine le sue promesse vengono nella maggior parte dei casi mantenute. Mai però esattamente com’erano state fatte originariamente, raramente coi prezzi annunciati inizialmente (qualcuno ha detto Cybertruck?), quasi mai nei tempi annunciati.

Nonostante ciò, Elon Musk continua a promettere che la flotta Cybercab sarà operativa su strade pubbliche entro la fine del 2026. E che i nuovi assunti lavoreranno negli uffici di Palo Alto, con una retribuzione annuale compresa tra 120.000 e 318.000 dollari, inclusi benefit e premi in azioni.

FSD: una vita travagliata

Ci crediamo? Diciamo che non metteremmo la mano sul fuoco sulla data annunciata, ma siamo piuttosto sicuri che alla fine accadrà. Anche perché il ruolo politico di Elon Musk accelererà senz’altro lo sblocco legale del Full Self-Driving (FSD), finora ostacolato da diverse agenzie federali e statali, preposte alla sicurezza dei trasporti.

La National Highway Traffic Safety Administration (NHTSA) ha avviato indagini sul sistema FSD in seguito ad alcuni incidenti, alcuni dei quali mortali, che hanno coinvolto veicoli Tesla con il sistema attivato.

Parallelamente, il Department of Justice (DOJ) ha aperto un’inchiesta penale sulle dichiarazioni di Tesla riguardo alle capacità del suo sistema di guida autonoma, esaminando se l’azienda abbia eventualmente fuorviato il pubblico e gli investitori sulle reali funzionalità del FSD.

A livello statale, il Department of Motor Vehicles (DMV) della California ha accusato Tesla di pubblicità ingannevole, sostenendo che l’azienda abbia esagerato le capacità del suo sistema di guida autonoma nei materiali promozionali.

Insomma, una cosa è certa: il mito della guida autonoma, oggi come oggi, non può fare a meno del supporto umano per garantire sicurezza ed efficienza.

E mentre Tesla punta a un futuro dove i suoi veicoli saranno davvero autonomi, il presente sembra ancora dipendere, almeno in parte, dalle capacità degli operatori umani. E a ben guardare, la cosa non ci dispiace affatto.

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