Anche Microsoft, Google e Adobe contribuiscono al fondo di Trump

da | 11 Gen 2025 | Politica

Le celebrazioni per l’insediamento di Donald Trump come presidente degli Stati Uniti stanno attirando un significativo sostegno economico da parte del settore tecnologico.

Microsoft, Google e Adobe sono solamente le ultime ad aver donato ciascuna 1 milione di dollari al fondo inaugurale del presidente eletto, aggiungendosi a una lista crescente di sostenitori provenienti dal mondo della tecnologia.

La conferma è arrivata dai portavoce delle aziende, segnando un gesto che non è passato inosservato.

A loro si affiancano altri big del settore, dei quali abbiamo scritto nei giorni scorsi, come Amazon e Meta, insieme a figure di spicco come Sam Altman, CEO di OpenAI.

Anche Tim Cook, CEO di Apple, secondo quanto riportato da Axios, ha donato 1 milione di dollari, sebbene Apple non abbia commentato ufficialmente la notizia.

Tutti sul carro di Trump

Queste donazioni rappresentano un segnale non trascurabile, considerando che alcune delle stesse aziende avevano manifestato in passato posizioni critiche nei confronti di Trump e delle sue politiche, soprattutto in ambiti come immigrazione, regolamentazione del mercato tecnologico e privacy.

È dunque evidente che le priorità del business possano superare le divergenze ideologiche: mantenere buoni rapporti con la prossima amministrazione è indubbiamente una necessità per queste aziende.

Microsoft, va detto, non è nuova a questo tipo di contributi, avendo già donato 500.000 dollari ai fondi inaugurali sia nel 2017 che nel 2021. Questo suggerisce due cose: che quanto stiamo commentando è una strategia consolidata per assicurarsi un canale di dialogo con ogni amministrazione.

E anche che visto che nessuno ha donato meno di un milione di dollari, il taglio minimo per manifestare il proprio sostegno è raddoppiato, a testimonianza che l’inflazione non colpisce solo noi comuni mortali.

Uno sguardo al futuro

Il sostegno del settore tecnologico al fondo inaugurale di Trump riflette anche una dinamica più ampia.

L’industria si trova in un momento delicato, con sfide legate alla regolamentazione di intelligenza artificiale, tassazione internazionale e concorrenza.

Contribuire a queste celebrazioni può essere un tentativo di assicurarsi una posizione privilegiata nel dialogo con il governo, in un’epoca in cui le decisioni politiche influenzano sempre più le sorti della tecnologia.

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