La giustizia americana mette fine allo spyware israeliano Pegasus

da | 20 Ott 2025 | Tech War

Un tribunale statunitense ha messo fine a una delle cause più emblematiche dell’era della sorveglianza digitale. Il giudice distrettuale Phyllis Hamilton ha infatti imposto a NSO Group, la società israeliana produttrice dello spyware Pegasus, un’ingiunzione permanente che vieta ogni tentativo di infiltrazione su WhatsApp.

La decisione, arrivata dopo sei anni di contenzioso, chiude un capitolo lungo e controverso che ha visto scontrarsi la più grande azienda occidentale di social media con uno dei nomi più discussi dell’industria della cybersorveglianza.

NSO aveva avvertito che un simile provvedimento avrebbe “messo a rischio l’intera impresa” e potenzialmente “costretto l’azienda alla chiusura”. E in effetti, la misura segna una battuta d’arresto potenzialmente fatale per una compagnia già in difficoltà economiche e isolata da gran parte dei mercati occidentali.

Da WhatsApp all’Aia: la parabola di Pegasus

Pegasus non è un malware qualunque. È un sofisticato software di sorveglianza sviluppato per penetrare negli smartphone senza che l’utente debba fare clic su nulla.

Ufficialmente destinato a governi e forze dell’ordine per contrastare terrorismo e criminalità organizzata, secondo numerose inchieste è stato usato contro giornalisti, avvocati, attivisti e persino capi di Stato.

La causa tra WhatsApp e NSO risale al 2019, quando la piattaforma di messaggistica scoprì che circa 1.400 utenti in venti paesi erano stati colpiti da un exploit che sfruttava le chiamate VoIP per installare Pegasus. Meta, allora ancora Facebook, denunciò NSO negli Stati Uniti, sostenendo che l’azienda avesse violato il Computer Fraud and Abuse Act e i termini di servizio di WhatsApp.

Negli anni successivi, i tribunali hanno sistematicamente respinto i tentativi di NSO di far valere una presunta “immunità sovrana” derivante dal fatto di lavorare per i governi.

Nel 2024, la stessa giudice Hamilton aveva già stabilito che NSO fosse civilmente responsabile per l’attacco. La nuova sentenza va oltre: non solo conferma la responsabilità ma vieta per sempre all’azienda di prendere di mira WhatsApp o i suoi utenti.

Meta vince la battaglia, NSO salva il conto corrente

La corte ha però ridotto drasticamente le sanzioni economiche stabilite da una precedente giuria: dai 167 milioni di dollari iniziali a soli 4 milioni, una riduzione del 97%. Un sollievo finanziario per NSO, che però non cambia la sostanza del verdetto.

Meta ha esultato per la vittoria. “La sentenza di oggi vieta per sempre al produttore di spyware NSO di prendere di mira WhatsApp e i nostri utenti in tutto il mondo”, ha scritto su X il responsabile di WhatsApp Will Cathcart. “Applaudiamo questa decisione, che arriva dopo sei anni di battaglia legale per chiedere conto a NSO delle sue azioni contro membri della società civile.”

Dal canto suo, NSO ha commentato di “accogliere positivamente” la riduzione dei danni, sottolineando che l’ingiunzione non si estende ai propri clienti governativi, “che continueranno a usare la tecnologia dell’azienda per contribuire alla sicurezza pubblica”.

Ma la distinzione appare più formale che sostanziale: senza poter operare sulle piattaforme più diffuse al mondo, l’esistenza stessa di NSO Group è messa in discussione.

Un precedente globale nella lotta tra privacy e sicurezza

La decisione della corte californiana non riguarda solo un contenzioso privato ma tocca una questione molto importante per la geopolitica tecnologica. Ossia il confine tra il diritto alla sicurezza e quello alla privacy.

Pegasus è stato al centro di scandali in Europa (dall’Ungheria alla Grecia), che hanno messo in imbarazzo governi e istituzioni. L’Unione Europea stessa ha avviato discussioni per regolamentare l’uso di spyware commerciali, riconoscendo i rischi che pongono per la democrazia e lo stato di diritto.

Con l’ingiunzione contro NSO, la giustizia statunitense manda un messaggio chiaro: le aziende che sviluppano strumenti di sorveglianza non possono agire impunemente sotto il paravento della sicurezza nazionale.

È un verdetto che segna un precedente per tutti i colossi del settore e apre una riflessione più ampia sul futuro della cybersicurezza, in un mondo dove ogni telefono è una possibile arma di spionaggio.

Fonte: TechCrunch

POTREBBE INTERESSARTI

nexperia

La fragile tregua tra Cina ed Europa sul caso Nexperia

Dopo settimane di tensione, Pechino accetta di incontrare i funzionari olandesi per discutere il futuro di Nexperia. Ma l’Olanda è stretta tra le pressioni di...
Trump USA Xi Jinping Cina

La Cina vieta i chip stranieri nei data center pubblici

Il governo cinese impone ai data center finanziati dallo Stato di usare solo chip nazionali, tagliando fuori Nvidia, AMD e Intel. La misura arriva pochi giorni dopo il...
meta facebook

L’Unione Europea contro Meta per contenuti illegali e moderazione

La Commissione UE contesta a Facebook e Instagram carenze nella segnalazione dei contenuti illegali e nel diritto d’appello degli utenti. È la prima volta che Bruxelles...
Nexperia

Nexperia blocca stipendi e accessi ai dipendenti cinesi

Il produttore di chip olandese, controllato da Wingtech, interrompe i pagamenti in Cina dopo l’intervento dell’Aia. Pechino parla di “abbandono del mercato cinese”....
F5

Attacco catastrofico a F5: a rischio la cybersicurezza mondiale

Secondo fonti statunitensi, un gruppo di hacker sostenuti da Pechino ha avuto accesso per oltre un anno ai sistemi della società di Seattle. Le autorità USA e UK...
nexperia

L’Olanda nazionalizza Nexperia: la guerra dei chip arriva in Europa

Il governo olandese prende il controllo della società di proprietà cinese per “gravi carenze di governance” e rischi alla sicurezza economica europea.

Trump Xi Jinping USA Cina

La Cina blocca le terre rare, Trump risponde con nuovi dazi al 100%

Le nuove restrizioni cinesi minacciano il boom dell’IA e colpiscono il cuore della catena dei semiconduttori. Dietro la mossa di Pechino, la volontà di arrivare al...
Nvidia Qualcomm

La guerra dei chip travolge Qualcomm e (ancora) Nvidia

Il Senato americano approva una misura per limitare l’export di chip IA, mentre la Cina apre nuove inchieste antitrust. La corsa all’IA si conferma una questione di...
ASML chip Cina

Le sanzioni non fermano la Cina, che compra macchinari occidentali per 38 miliardi

Un’indagine americana bipartisan mette nel mirino Applied Materials, ASML e Tokyo Electron. E rivela che le restrizioni non bastano a contenere la corsa tecnologica...
Trump TikTok

Trump firma l’ordine che dichiara pronta la vendita di TikTok

L’ordine esecutivo rinvia a gennaio il divieto dell’app, valutata 14 miliardi di dollari. L’accordo prevede il controllo americano sull’algoritmo.

Share This