Questa mattina il mondo dell’industria automobilistica ha iniziato la settimana lavorativa scosso dalle improvvise dimissioni di Carlos Tavares, CEO di Stellantis, la multinazionale che produce marchi iconici come Jeep, Fiat e Peugeot.
La notizia è arrivata a pochi mesi dall’allarme sugli utili lanciato dal gruppo, che ha già perso il 45% del suo valore di mercato nel 2024.
In una nota ufficiale, il Consiglio di amministrazione, guidato da John Elkann, ha accettato le dimissioni “con effetto immediato”, annunciando la creazione di un comitato esecutivo ad interim. La ricerca di un nuovo CEO, secondo quanto dichiarato dall’azienda, dovrebbe concludersi nella prima metà del 2025.
La crisi di leadership
Le dimissioni di Tavares sono arrivate dopo settimane di tensioni interne. Henri de Castries, Senior Independent Director, ha spiegato che divergenze strategiche tra Tavares, il consiglio e i principali azionisti hanno portato alla decisione finale.
Questa rottura avviene in un momento cruciale per Stellantis. Le vendite in Nord America, tradizionale motore dei profitti del gruppo, hanno subito un brusco calo, costringendo l’azienda a rivedere le previsioni per il 2024.
Lo scorso settembre Stellantis aveva previsto un consumo di cassa fino a 10 miliardi di euro, dovuto all’aumento delle scorte e appunto alla flessione della domanda negli Stati Uniti.
Il profit warning aveva già portato a un rimpasto nei vertici aziendali, con la sostituzione del CFO e del responsabile per il Nord America.
Tuttavia, inizialmente Tavares sembrava destinato a mantenere la sua posizione fino alla fine del mandato, prevista per il 2026. Le sue dimissioni segnano quindi un punto di svolta inatteso.
Il crollo in Borsa e la gestione ‘volatile’ di Stellantis
Le ripercussioni sul mercato non si sono fatte attendere. Questa mattina le azioni di Stellantis sono crollate del 7,3%, raggiungendo il valore più basso degli ultimi due anni. Dall’inizio del 2024, il titolo ha perso complessivamente il 45%.
Gli analisti temono che l’instabilità nella leadership possa minare ulteriormente la fiducia degli investitori.
Secondo un rapporto di JPMorgan, la volatilità nella gestione rende difficile attrarre nuovi capitali, soprattutto in un momento in cui l’azienda deve affrontare problemi strutturali come l’eccesso di capacità produttiva e la crescente competizione da parte dei costruttori cinesi.
La liquidazione d’oro da 100 milioni
Carlos Tavares, che finora ha guadagnato circa 40 milioni di euro all’anno, lascia Stellantis in una situazione complicata.
Gli stabilimenti italiani di Pomigliano, Mirafiori, Cassino e Melfi resteranno chiusi fino a gennaio 2025, mentre gran parte della produzione, da modelli iconici come la Grande Panda, la Lancia Ypsilon, l’Alfa Junior, fino alla Fiat Tipo, la Fiat 500 benzina, la Fiat 600, il Topolino e la Jeep Avenger, è stata progressivamente trasferita all’estero.
Le difficoltà di Stellantis sono evidenti anche nei numeri. A ottobre, le vendite del gruppo sono crollate di quasi il 17%, con meno di 130.000 vetture immatricolate in Europa e una quota di mercato scesa al 14,4%, rispetto al 17,4% dello stesso periodo dell’anno precedente.
Nel terzo trimestre del 2024, i ricavi erano già diminuiti del 27%, attestandosi a 33 miliardi di euro, a causa di una flessione delle consegne e dell’impatto negativo di prezzi e tassi di cambio sfavorevoli.
Nonostante questi risultati preoccupanti, Tavares si prepara a ricevere una liquidazione che potrebbe sfiorare i 100 milioni di euro, un compenso che lascia spazio a più di una riflessione sull’adeguatezza delle politiche retributive dei grandi gruppi industriali.
Le sfide del futuro
Il nuovo CEO, che il gruppo spera di trovare entro metà 2025, erediterà una situazione particolarmente complessa.
Oltre alla necessità di rilanciare le vendite negli Stati Uniti, dovrà affrontare le pressioni di un mercato europeo in stallo e le potenziali tensioni commerciali con gli Stati Uniti, dove il presidente eletto Donald Trump ha già minacciato nuove misure protezionistiche.
Come hanno sottolineato gli analisti di Jefferies, il momento è critico: “L’uscita di Tavares lascia Stellantis senza una guida proprio mentre si devono prendere decisioni strategiche fondamentali”.
Tra queste, il riposizionamento dei suoi marchi sul mercato, considerati da molti osservatori troppo costosi rispetto alla concorrenza, e la gestione del piano di riacquisto azionario e dei dividendi, ora messi in discussione dal recente consumo di cassa.
Con un comitato esecutivo temporaneo alla guida, presieduto da John Elkann, Stellantis dovrà muoversi rapidamente per ritrovare una leadership stabile. E una delle cose che dovrà decidere sarà se accantonare temporaneamente la mobilità elettrica pura e focalizzarsi sulle auto ibride.
La stabilità del gruppo, che rappresenta uno dei principali attori globali del settore, dipenderà dunque dalla capacità del prossimo CEO di affrontare le sfide del mercato e ripristinare la fiducia degli investitori.


