Nvidia sta trattando un investimento da 500 milioni di dollari nella londinese Wayve Technologies, una delle startup più promettenti nel settore dei veicoli a guida autonoma.
L’operazione, se andrà in porto, avverrà nell’ambito del prossimo round di finanziamento e segnerebbe un ulteriore rafforzamento di una partnership avviata ormai sette anni fa, nel 2018.
Per il gigante californiano dei chip si tratterebbe di un passo ulteriore verso il consolidamento di una filiera tecnologica che punta a trasformare l’auto del futuro in un computer su ruote, capace di apprendere e adattarsi come un essere umano.
La strategia di Nvidia nell’auto autonoma
Nvidia non è nuova a investimenti strategici nelle realtà emergenti del settore. Già lo scorso anno aveva partecipato al round da 1,05 miliardi di dollari che ha permesso a Wayve di raccogliere capitali da investitori come SoftBank e Microsoft.
L’interesse diretto dell’azienda guidata da Jensen Huang mostra quanto la mobilità intelligente sia ormai al centro delle priorità, accanto a data center e intelligenza artificiale generativa.
Non è un caso: i chip e le piattaforme Nvidia sono diventati l’infrastruttura su cui si regge gran parte della nuova ondata tecnologica. Se nel cloud la competizione si gioca sulla capacità di addestrare modelli di IA sempre più potenti, nelle auto la partita riguarda la capacità di farli funzionare in tempo reale in contesti complessi e imprevedibili, come il traffico cittadino.
Wayve e l’intelligenza artificiale “incarnata”
Wayve si è distinta per lo sviluppo di una tipologia di software chiamata “Embodied AI”, pensato per dare ai veicoli una sorta di cervello robotico in grado di “interagire, comprendere e imparare dal comportamento umano” in scenari di vita reale.
Non si tratta soltanto di riconoscere segnali stradali o oggetti sulla carreggiata ma di interpretare il contesto, prevedere le azioni degli altri automobilisti e reagire a situazioni inattese.
La piattaforma che la startup britannica ha in cantiere sarà costruita su Drive AGX Thor, il kit di Nvidia dedicato alla progettazione e al collaudo dei sistemi di guida autonoma. Una soluzione già adottata da colossi come la cinese BYD, Xiaomi e la svedese Volvo, a conferma del suo ruolo come standard industriale.
Da Azure al fleet learning
A rendere Wayve interessante non è solo il software ma anche l’architettura di training e di fleet learning che lo sostiene.
L’intera infrastruttura è infatti ospitata su Microsoft Azure, che integra al proprio interno le GPU di Nvidia. Una scelta che posiziona la startup britannica al crocevia di un ecosistema che unisce il cloud di Redmond ai chip di Santa Clara.
Questa interdipendenza mostra come il settore della guida autonoma sia diventato un laboratorio di convergenza fra i grandi player della Silicon Valley: non solo hardware e software, ma anche servizi cloud e intelligenza artificiale integrata.
Londra come laboratorio urbano
Un altro aspetto chiave della strategia di Wayve è il focus su Londra. La capitale britannica è stata scelta, in collaborazione con Uber, per avviare i primi test su strada di veicoli completamente autonomi.
La decisione non è casuale: rispetto agli Stati Uniti, dove si è concentrata la maggior parte delle sperimentazioni, Londra offre un contesto urbano molto più complesso.
Strade strette e irregolari, regole di circolazione differenti e una densità di traffico elevata rappresentano una sfida ideale per mettere alla prova la tecnologia. “Un ambiente di guida più complesso consente di sviluppare meglio i sistemi necessari a implementare l’auto autonoma su larga scala”, hanno spiegato le aziende.
La visione di Kendall e il ruolo di Nvidia
Alex Kendall, cofondatore e amministratore delegato di Wayve, ha sottolineato che “il sostegno continuo di un gigante come Nvidia rappresenta una conferma della fiducia nella nostra tecnologia”. Una dichiarazione che riflette non solo la soddisfazione per l’operazione in corso ma anche l’ambizione di posizionare Wayve come una delle realtà leader nella corsa globale alla guida autonoma.
Per Nvidia, invece, l’investimento rappresenta un tassello di una strategia più ampia che mira a consolidare il proprio ruolo come attore imprescindibile per ogni settore in cui l’IA incontra il mondo fisico: dall’industria alla sanità, fino alla mobilità.


