Elon Musk, secondo il New York Times, si trova al centro di un acceso dibattito sulla sicurezza nazionale.
Secondo documenti aziendali e fonti interne contattate dal quotidiano, Musk e la sua compagnia non avrebbero rispettato i protocolli federali per la segnalazione di informazioni sensibili, inclusi dettagli relativi ai suoi incontri con leader stranieri.
Questa mancanza, afferma il NYT, ha portato all’apertura di almeno tre indagini federali.
Le indagini in corso
L’Ufficio dell’Ispettore Generale del Dipartimento della Difesa ha avviato una revisione quest’anno, seguito da indagini parallele dell’Aeronautica e dell’Ufficio del Sottosegretario alla Difesa per l’Intelligence e la Sicurezza.
Inoltre, l’Aeronautica ha recentemente negato a Musk l’accesso a programmi altamente classificati, citando potenziali rischi per la sicurezza derivanti dai suoi contatti internazionali.
A preoccupare non sono solo i rapporti con leader stranieri ma anche l’apparente disinvoltura con cui Musk gestisce informazioni sensibili.
Alcuni alleati degli Stati Uniti, tra cui Israele, hanno espresso il timore che l’imprenditore possa condividere dati riservati con terze parti, sollevando dubbi sulla sua affidabilità come partner di difesa.
Musk sotto indagine
SpaceX, che ha ottenuto contratti federali per oltre 10 miliardi di dollari tra il 2019 e il 2023, ha un ruolo cruciale nelle operazioni spaziali e di sicurezza degli Stati Uniti.
Alcuni dipendenti della compagnia hanno però denunciato che, almeno dal 2021, Musk e il suo team avrebbero omesso di comunicare dettagli chiave relativi ai viaggi e agli incontri del CEO.
Tra le omissioni segnalate ci sarebbero itinerari incompleti, mancata documentazione di riunioni con leader stranieri e l’uso di sostanze prescritte, mai dichiarato.
Secondo le solite fonti interne che preferiscono restare anonime, SpaceX avrebbe adottato un approccio lassista verso le regole di sicurezza, consentendo a Musk di ignorare molte procedure di segnalazione.
Dipendenti incaricati di garantire il rispetto delle normative hanno riferito di pressioni interne e timori di perdere il lavoro, alimentati da un clima aziendale che privilegia i vertici.
Alcuni di questi lavoratori sono stati licenziati o costretti a dimettersi dopo aver denunciato le pratiche aziendali.
Le reazioni internazionali
La gestione delle informazioni riservate da parte di Musk ha suscitato perplessità anche all’estero.
Incontri tra ufficiali militari israeliani e statunitensi hanno visto Israele definire Musk “un elemento imprevedibile”, con preoccupazioni legate alla possibilità che condivida dati sensibili.
Nonostante ciò, Israele ha recentemente autorizzato l’uso di Starlink, il sistema di internet satellitare di SpaceX, nel proprio territorio.
Tra i motivi di preoccupazione c’è anche la crescente influenza di Musk a livello globale. Oltre a SpaceX, l’imprenditore è a capo di Tesla e della piattaforma X (ex Twitter).
Recentemente, inoltre, è stato nominato per guidare un’iniziativa di riforma della burocrazia federale, aumentando il timore che possa consolidare ulteriormente il proprio potere.
La risposta delle istituzioni
L’Aeronautica e il Pentagono hanno evitato di commentare direttamente le accuse contro Musk, ma hanno ribadito l’importanza delle regole sui nulla osta di sicurezza.
Secondo esperti, però, le violazioni delle regole di auto-segnalazione sollevano dubbi sulla trasparenza e sull’affidabilità del sistema. “Se non si riportano informazioni, la domanda diventa: cosa si sta cercando di nascondere?” ha affermato Andrew Bakaj, ex funzionario della CIA.
Mentre il futuro delle indagini resta incerto, il caso Musk evidenzia le difficoltà di bilanciare innovazione e responsabilità, specialmente quando si tratta di sicurezza nazionale.
La sua crescente influenza, unita al ruolo di SpaceX come appaltatore chiave della difesa, pone domande cruciali sul controllo e sulla trasparenza nei rapporti tra settore privato e governo.


