Google ha deciso di spingere ancora di più sull’acceleratore dell’intelligenza artificiale, questa volta rivolgendosi direttamente a uno dei pubblici più vivaci e fedeli al mondo: i gamer.
La società ha infatti annunciato l’arrivo di un assistente IA capace di offrire coaching in tempo reale nei giochi mobile, trasformando l’esperienza di gioco in qualcosa di molto più interattivo e personalizzato.
L’idea alla base è semplice: invece di uscire dal gioco per cercare tutorial o guide online, i giocatori potranno chiedere aiuto all’assistente, che sfrutta i modelli sviluppati da Google per interpretare ciò che accade sullo schermo e fornire suggerimenti contestuali.
Una funzione che, se implementata con successo, potrebbe cambiare profondamente il modo in cui si vive il gaming su smartphone.
Google e l’eredità di DeepMind
Il progetto non è nato dal nulla. Già lo scorso dicembre Google DeepMind aveva anticipato lo sviluppo di capacità simili, sottolineando come l’obiettivo fosse quello di portare gli agenti IA oltre la semplice risposta testuale. Non più soltanto chatbot o assistenti vocali, ma sistemi capaci di percepire un contesto, interpretarlo e agire di conseguenza.
Il concetto di “agente” è infatti centrale nella corsa che coinvolge oggi i grandi player della Silicon Valley. OpenAI sta sperimentando agenti che possono prenotare voli o ordinare cibo, mentre Anthropic sta lavorando su agenti pensati per assistere nella scrittura di codice.
Google ha scelto invece di spingersi sul terreno dell’intrattenimento, portando l’agente non nell’ufficio o nel flusso lavorativo ma dentro i videogiochi, uno degli spazi digitali dove si trascorrono più ore.
Il nuovo profilo gamer e il Play store
Parallelamente al lancio dell’assistente IA, Google ha introdotto un nuovo profilo centralizzato per i gamer all’interno del Play Store. Una sorta di “carta d’identità digitale” che raccoglie metriche come gli achievement, i progressi nei titoli e i forum delle community.
È una mossa che mette Android in linea con quanto già offrono da anni piattaforme concorrenti nel mondo console e PC.
Il tutto si inserisce in un quadro più ampio: la strategia di Google per aumentare l’engagement su Android e sul Play Store. E i numeri danno ragione a questa spinta.
Nel secondo trimestre del 2025 i ricavi della divisione “abbonamenti, piattaforme e dispositivi”, che include anche le vendite del Play Store, sono cresciuti del 20%, raggiungendo quota 11,2 miliardi di dollari.
È uno dei segmenti a più rapida crescita per Alphabet, segnale che le mosse sul fronte gaming e intrattenimento non sono solo un vezzo tecnologico, ma parte di una precisa strategia di business.
La risposta ad Apple è intelligente
Per dovere di cronaca, ricordiamo che Apple aveva già presentato a giugno, durante la WWDC, la sua nuova app standalone “Games” per iOS 26.
L’app raccoglie infatti i giochi scaricati, integra i progressi e gli achievement degli utenti e permette di vedere a cosa stanno giocando gli amici, con l’obiettivo di rafforzare la dimensione sociale del gaming mobile.
L’annuncio di Google, arrivato solo oggi, segue dunque a distanza di mesi e si colloca su un terreno in parte diverso. Se Apple ha puntato su un hub più ricco e organizzato per scoprire e condividere i giochi, Google sceglie di spingere sull’intelligenza artificiale con un agente capace di entrare nell’azione in tempo reale.
Due strategie differenti, che però confermano come i colossi di Silicon Valley considerino ormai il gaming mobile uno spazio importante per fidelizzare gli utenti e far crescere i propri ecosistemi digitali.
Le leghe digitali e il futuro del gaming mobile
Infine, Google ha svelato anche l’arrivo delle leghe a tempo limitato all’interno del Play Store. I giocatori potranno sfidarsi per guadagnare punti virtuali, da spendere in ricompense e vantaggi. Il primo appuntamento è già fissato: dal 10 al 23 ottobre toccherà a Subway Surfers, uno dei titoli più popolari del mobile gaming.
Si tratta di una mossa che unisce gamification e marketing, rafforzando il legame tra gli utenti e l’ecosistema Google. Se l’assistente IA punta a migliorare l’esperienza di gioco, le leghe invece vogliono creare comunità, sfide e un senso di appartenenza.
Sono due strategie diverse ma complementari, che fanno emergere come il futuro del gaming mobile non sarà fatto solo di grafica o potenza di calcolo, ma anche di servizi intelligenti e strumenti capaci di arricchire il tempo speso davanti allo schermo.


