Il 2025 di Tesla era cominciato nel peggiore dei modi. Dopo un primo trimestre che aveva fatto segnare la performance più negativa dal 2022, complice anche la stretta dei dazi annunciata dal presidente Donald Trump, il titolo della casa automobilistica elettrica sembrava destinato a un anno in salita.
Ad aprile, il valore delle azioni aveva toccato il punto più basso da mesi, segnando un -85% rispetto ai picchi. Eppure, nel giro di poche settimane, lo scenario è cambiato.
Wall Street ha ricominciato a credere in Tesla, portando il titolo a un rimbalzo dell’85% dai minimi primaverili. E lunedì scorso, la quotazione è tornata sopra i livelli di fine 2024, cancellando così le perdite accumulate dall’inizio dell’anno.
Non è la prima volta che accade: già lo scorso anno Tesla aveva iniziato male, con un crollo del 29% nei primi tre mesi, salvo poi chiudere il 2024 con un sorprendente +63%. Un copione che si sta ripetendo.
Il peso dell’acquisto di Musk e la fiducia degli analisti
A dare slancio al recupero ha contribuito anche un annuncio inatteso: Elon Musk, attraverso la sua fondazione familiare, ha acquistato circa un miliardo di dollari in azioni Tesla.
Una mossa che gli investitori hanno interpretato come un forte segnale di fiducia del fondatore verso il futuro della compagnia. In Borsa, quando l’uomo più ricco del mondo decide di puntare così tanto sul proprio gruppo, il mercato tende a seguirlo.
Gli analisti, dal canto loro, hanno rafforzato questa narrativa positiva. Nelle ultime settimane hanno promosso il nuovo piano di compensi proposto per Musk, che potrebbe valergli fino a mille miliardi di dollari nei prossimi dieci anni. Un traguardo che lega il futuro economico del CEO alle sorti di Tesla e che viene visto come uno stimolo per spingere ancora di più verso la crescita.
L’innovazione dei MegaBlocks e le promesse della robotica
Se i numeri finanziari e i movimenti di Musk hanno avuto un effetto immediato sul titolo, non va sottovalutata la portata delle novità industriali. Tesla ha infatti introdotto i sistemi di accumulo energetico MegaBlocks, batterie giganti preassemblate destinate alle imprese.
L’obiettivo è ridurre i costi energetici e incrementare l’uso di elettricità proveniente da fonti rinnovabili. Un prodotto che permette a Tesla di ampliare il business oltre le auto elettriche, andando a presidiare il settore strategico dello stoccaggio energetico.
Parallelamente, Musk ha continuato a insistere su robotaxi e robot umanoidi. I primi vengono presentati come il passo decisivo verso la guida autonoma di massa, i secondi (i cosiddetti Optimus) come una rivoluzione che potrebbe arrivare fino al babysitting.
La realtà, però, è meno scintillante: i robotaxi non sono ancora sicuri senza la presenza di un conducente pronto a intervenire e gli Optimus restano prototipi lontani dalla commercializzazione.
Nonostante il rimbalzo spettacolare, Tesla non può ancora cantare vittoria. Il titolo resta infatti tra i peggiori performer del 2025 nel club dei grandi nomi della tecnologia, peggiore solo di Apple, che ha perso circa il 5% da inizio anno.
Sul fronte industriale, il gruppo deve ancora fare i conti con una gamma di veicoli elettrici che invecchia e con la pressione della concorrenza cinese, guidata da BYD e da produttori in grado di offrire modelli a prezzi più bassi.
A complicare il quadro c’è anche il fattore politico. Le scelte di Musk, che ha speso quasi 300 milioni di dollari per sostenere la rielezione di Trump alla Casa Bianca, hanno alimentato un certo malcontento tra i consumatori. Per alcuni clienti, il legame tra il marchio Tesla e le battaglie politiche del suo CEO rischia di diventare un motivo di allontanamento.
Tesla, la partita si gioca sul futuro
Il recupero in Borsa è dunque frutto di una combinazione di fattori: fiducia personale di Musk, supporto degli analisti, lancio dei MegaBlocks e rinnovata narrativa sul futuro. Ma la vera partita resta ancora tutta da giocare. Tesla dovrà dimostrare di saper rilanciare le vendite in un mercato sempre più competitivo, rinnovare la sua gamma di auto e trasformare in realtà le promesse sulla guida autonoma e sulla robotica.
Per il momento, la Borsa ha deciso di credere alla visione di Musk più che ai numeri delle consegne. Resta da vedere se questa fiducia reggerà anche nei prossimi trimestri o se l’ennesimo rimbalzo di Tesla si rivelerà solo un fuoco di paglia.


