Nel 1979 il co-fondatore di Sony, Masaru Ibuka, cercava un modo per ascoltare musica classica durante i voli a lungo raggio.
Da questa necessità personale nacque una delle più grandi innovazioni della storia della tecnologia musicale: il Walkman.
Gli ingegneri Sony svilupparono il dispositivo, partendo con una produzione iniziale di 30.000 unità. Nessuno avrebbe potuto prevedere che, 45 anni dopo, Sony avrebbe venduto oltre 400 milioni di pezzi, segnando una rivoluzione nell’ascolto musicale.
Oggi, mentre la maggior parte delle persone utilizza gli smartphone per ascoltare musica, il Walkman continua a vivere sia come icona nostalgica sia come punto di riferimento tecnologico.
Secondo Sato Hiroaki, ingegnere del suono per Sony dal 1986, la sua essenza rimane nei dispositivi odierni. “Vedo ancora la semplicità e il design incentrato sull’utente che il Walkman ha introdotto nei prodotti musicali portatili”, ha scritto Hiroaki in una recente intervista.
Sony Walkman: i primi passi di un’icona
Quando Norio Ohga, presidente di Sony, accolse la richiesta di Ibuka, affidò agli ingegneri il compito di trasformare il registratore a nastro Pressman in un dispositivo stereo di sola riproduzione.
Il primo modello, il TPS-L2, era sorprendentemente compatto per l’epoca ma fu solo dopo diverse modifiche che il Walkman divenne pronto per la produzione di massa.
Gli ingegneri decisero di eliminare funzionalità come la registrazione e gli altoparlanti per puntare tutto sulla portabilità, una scelta che avrebbe definito un’intera categoria di prodotti.
Quando il TPS-L2 debuttò, Sony ne vendette solo 3.000 unità nel primo mese. Ma il passaparola fece rapidamente il suo effetto, portando a una crescente domanda che spinse la Sony in un’epoca d’oro.
Nel giro di cinque anni, il Walkman generò ricavi mondiali per 6,7 miliardi di dollari, trasformando l’azienda giapponese in un colosso globale.
La rivoluzione dell’ascolto solitario
Prima del Walkman, ascoltare musica era un’esperienza condivisa: stereo e giradischi dominavano gli spazi comuni, relegando l’ascolto individuale a un fenomeno di nicchia.
Il Walkman cambiò tutto, permettendo agli utenti di immergersi nella musica in qualsiasi luogo.
Inizialmente, l’idea di ascoltare musica in solitudine appariva trasgressiva, se non addirittura antisociale. Questo cambiamento di paradigma ha però aperto la strada alla normalizzazione dell’ascolto personale, diventato oggi una consuetudine.
“Negli anni ’70, ascoltare musica con le cuffie ti faceva sembrare un nerd o uno sballato”, ha spiegato Mark Coleman, autore di Playback. “Il Walkman ha reso le cuffie cool, trasformandole in un accessorio comune”.
Un’eredità duratura
Nonostante i progressi tecnologici, il Walkman non è mai sparito.
Con oltre 1.000 modelli lanciati dal 1979, il dispositivo ha abbracciato tutte le evoluzioni, dalle cassette ai CD fino alla tecnologia digitale con touch screen e funzionalità wireless.
L’essenza resta però invariata: un dispositivo dedicato esclusivamente all’ascolto, che celebra il suono puro e la personalizzazione musicale.
“Il Walkman ha ridefinito il nostro modo di ascoltare e condividere la musica”, ha dichiarato Neal Manowitz, presidente di Sony Electronics.
A distanza di 45 anni, il Walkman non è solo un prodotto, è un simbolo culturale.
Ha ispirato visionari come Steve Jobs e sebbene oggi non influenzi più il mercato tecnologico come un tempo, è la dimostrazione che una grande intuizione, se eseguita al momento giusto, può cambiare il mondo.


