Ann Altman, sorella minore di Sam Altman, fondatore e amministratore delegato di OpenAI, ha presentato una causa legale presso un tribunale federale del Missouri accusandolo di averla abusata sessualmente per quasi un decennio, a partire da quando aveva appena 3 anni.
Le accuse, che l’uomo e la sua famiglia respingono categoricamente, stanno scuotendo uno degli imprenditori più influenti del settore tecnologico.
Le accuse
La causa, depositata lunedì presso la Corte Distrettuale degli Stati Uniti per il Distretto Orientale del Missouri, sostiene che gli abusi siano avvenuti tra il 1997 e il 2006 nella casa di famiglia degli Altman, situata nei pressi di St. Louis.
Nel documento legale si afferma che Ann Altman ha subito danni fisici e psicologici, tra cui disturbo da stress post-traumatico (PTSD), traumi emotivi, angoscia mentale e depressione, condizioni che, secondo quanto dichiarato, continueranno a influenzarla in futuro.
La donna, che da anni pubblica accuse simili contro il fratello sui social media, è rappresentata da uno studio legale dell’Illinois specializzato in casi di abusi sessuali e molestie.
La reazione della famiglia Altman
In una dichiarazione pubblicata su X, il CEO di OpenAI ha risposto alle accuse insieme alla madre e ai suoi due fratelli minori. “Annie ha fatto affermazioni profondamente dolorose e completamente false sulla nostra famiglia, in particolare su Sam,” si legge nel comunicato. “Questa situazione provoca un’immensa sofferenza a tutta la nostra famiglia.”
La dichiarazione sostiene inoltre che Ann Altman soffrirebbe di problemi di salute mentale, rifiuterebbe trattamenti convenzionali e si scaglierebbe contro i membri della famiglia che cercano di offrirle aiuto.
My sister has filed a lawsuit against me. Here is a statement from my mom, brothers, and me: pic.twitter.com/Nve0yokTSX
— Sam Altman (@sama) January 7, 2025
Un colpo alla figura simbolo della tecnologia
Sam Altman è divenuto una figura di spicco a livello mondiale grazie al successo di ChatGPT, il chatbot che, dal suo lancio alla fine del 2022, ha rivoluzionato il settore dell’intelligenza artificiale.
OpenAI, l’azienda da lui guidata, ha recentemente completato un round di finanziamenti che ha valutato la società a 157 miliardi di dollari.
Le accuse mosse contro di lui potrebbero avere implicazioni rilevanti non solo per la sua reputazione personale, ma anche per OpenAI, un’azienda simbolo dell’avanzamento tecnologico globale.
Sono da valutare infatti le ripercussioni sul rapporto tra OpenAI e Microsoft. Satya Nadella, CEO di Microsoft, ha mostrato chiaramente il suo disappunto durante la crisi del novembre 2023, quando il consiglio di amministrazione di OpenAI ha tentato di estromettere Sam Altman dal CdA.
Questo episodio potrebbe riemergere come un nodo critico nel rapporto tra le due aziende, con potenziali conseguenze a lungo termine.
Questo scandalo si aggiunge poi alla latente battaglia legale contro il New York Times per presunta violazione del copyright relativo ai contenuti utilizzati nei sistemi di intelligenza artificiale.
Un caso destinato a far discutere
Nella causa, Ann Altman richiede un processo con giuria e un risarcimento di almeno 75.000 dollari, cifra minima necessaria per un’azione legale federale di questo tipo.
Il suo avvocato, Ryan Mahoney, ha dichiarato che, in caso di processo, cercheranno un risarcimento che “compensi pienamente la mia cliente per ciò che ha subito”, oltre a danni punitivi basati sul patrimonio netto di Sam Altman.
Mahoney ha spiegato che la causa è stata presentata lunedì per rispettare i termini di una legge del Missouri che consente alle vittime di abusi sessuali durante l’infanzia di intraprendere azioni legali fino a 10 anni dopo il compimento del 21° anno di età.
La sorella ha compiuto 31 anni mercoledì.


