Il CEO di OpenAI, Sam Altman, si sta trovando al centro di un’inattesa polemica politica dopo che i senatori democratici Elizabeth Warren e Michael Bennet gli hanno inviato una spiacevole lettera, fissando al 25 gennaio la scadenza per rispondere.
In essa lo accusano di aver effettuato donazioni milionarie all’inaugurazione di Donald Trump per ottenere favori dalla nuova amministrazione ed evitare eventuali controlli normativi.
Donazione è personale
A differenza di Google, Meta e Microsoft, Sam Altman è stato tra i pochi CEO del settore tecnologico a scegliere di effettuare una donazione a titolo personale, anziché attraverso la propria azienda. Una decisione analoga è stata presa anche dal CEO di Apple, Tim Cook, come riportato da Axios.
La lettera dei senatori ha messo in discussione le motivazioni di queste donazioni. “Gli sforzi dell’industria suggeriscono che le grandi aziende tecnologiche stanno cercando di ottenere favori e aggirare le regole”, si legge nel documento inviato ad Altman.
Che poi prosegue con una serie di domande, tra cui: “Qual è la sua motivazione per queste donazioni?” e “Quando e in quali circostanze la sua azienda ha deciso di contribuire al fondo inaugurale di Trump?”.
Altman e la risposta su X
Altman ha risposto pubblicamente tramite il suo profilo su X, chiarendo che si è trattato di una donazione personale e non legata a decisioni aziendali: “Sono confuso dalle domande, dato che la mia azienda non ha preso alcuna decisione”.
E poi si è voluto togliere il famoso sassolino dalla scarpa: “Divertente, non mi hanno mai mandato una cosa simile per le donazioni ai democratici”.
funny, they never sent me one of these for contributing to democrats… pic.twitter.com/xjpanXSb5D
— Sam Altman (@sama) January 17, 2025
In un comunicato rilasciato da OpenAI, Altman ha poi spiegato la sua posizione, affermando di credere che Trump “guiderà il nostro Paese in un momento cruciale per l’IA e l’innovazione americana” e di essere desideroso di collaborare con la nuova amministrazione.
Cambio di orientamento
La vicenda assume una sfumatura ancora più interessante considerando le posizioni passate del CEO di OpenAI.
Nel 2016, Altman aveva definito Trump “inadatto a essere presidente” e una “minaccia per la sicurezza nazionale”. Lo scorso dicembre, in un’intervista a Fox News, aveva invece annunciato la sua intenzione di supportare l’ex presidente con un milione di dollari, dichiarandosi “entusiasta di sostenere gli sforzi di Trump per guidare il nostro Paese nell’era dell’IA”.
D’altronde, Trump ha dichiarato l’intenzione di abrogare l’ordine esecutivo sull’IA firmato dal presidente Biden nel 2023, che stabiliva le linee guida per aziende e governo al fine di favorire lo sviluppo di un’IA responsabile.
Resta ora da vedere come Altman risponderà entro la scadenza fissata al 25 gennaio. E se, dopo essere riusciti a portare Elon Musk sulle sponde Repubblicane, i Democratici riusciranno ad alienarsi le simpatie di un altro guru della tecnologia.


