Donald Trump, il giorno successivo alla sua inaugurazione come Presidente degli Stati Uniti, ha svelato un ambizioso progetto da 100 miliardi di dollari per finanziare infrastrutture legate all’intelligenza artificiale.
Sostenuto da nomi di spicco come OpenAI, SoftBank e Oracle, il piano ha visto l’ingresso di un partner meno conosciuto ma di notevole rilevanza: il fondo MGX di Abu Dhabi.
Questo veicolo di investimento, fondato a marzo, è supervisionato da Sheikh Tahnoon bin Zayed Al Nahyan, consigliere per la sicurezza nazionale degli Emirati Arabi Uniti e fratello del presidente del paese.
Sheikh Tahnoon guida un impero da 1.500 miliardi di dollari che include fondi sovrani e aziende di tecnologia avanzata, tra cui la rinomata G42, leader regionale nel settore dell’intelligenza artificiale.
Un piano per la leadership nell’IA
MGX, nato con Mubadala Investment e G42 come partner principali, punta a raggiungere 100 miliardi di dollari di asset e ha già destinato 7 miliardi al progetto Stargate, il piano di Trump per l’intelligenza artificiale.
Il fondo ha investito in OpenAI e collaborato con BlackRock e Microsoft su un’iniziativa da 30 miliardi di dollari per creare data center e infrastrutture energetiche.
Tra gli altri investimenti strategici, MGX ha supportato xAI di Elon Musk e partecipato al finanziamento di Databricks, una delle aziende tecnologiche private più preziose al mondo.
Il fondo integra le risorse finanziarie di Mubadala, con un patrimonio di 330 miliardi di dollari, con le competenze tecnologiche di G42, che ha già stretto accordi con Nvidia e OpenAI.
Questo connubio tra capitale e innovazione rappresenta la spina dorsale delle ambizioni tecnologiche degli Emirati.
MGX, le sfide geopolitiche e il peso di Abu Dhabi
Abu Dhabi, che possiede il 6% delle riserve mondiali di petrolio, sta accelerando i suoi sforzi per diversificare l’economia, con l’intelligenza artificiale al centro di questa trasformazione. Ma il percorso non è privo di ostacoli.
L’anno scorso, un deputato statunitense ha richiesto al Dipartimento del Commercio di valutare restrizioni commerciali su G42, citando legami con la Cina, un’accusa che la società ha respinto con forza.
Non bastasse, l’amministrazione Biden ha recentemente proposto limiti all’esportazione di chip avanzati verso gli Emirati.
Il CEO di G42, Peng Xiao, ha criticato tali misure, definendole un vantaggio per i concorrenti. “Se non fornite la tecnologia necessaria ai vostri amici, indovinate chi chiameranno? Qualcun altro”, ha dichiarato Xiao durante il World Economic Forum di Davos.
La forza di Abu Dhabi, con oltre 1.000 miliardi di dollari in fondi sovrani, offre un vantaggio significativo in un settore che richiede ingenti investimenti.
La visita del presidente emiratino Mohammed bin Zayed Al Nahyan negli Stati Uniti, accompagnato da Sheikh Tahnoon, ha rafforzato la rete di collaborazioni globali con leader tecnologici come Jensen Huang di Nvidia e Ruth Porat di Alphabet.
Alla conferenza di Davos, Xiao ha inoltre sottolineato la necessità di una rapida espansione della capacità energetica globale per sostenere lo sviluppo dell’intelligenza artificiale, stimando un fabbisogno di cinque gigawatt di capacità di calcolo solo per gli Emirati. “Un compito titanico”, ha poi affermato.


