Nel terzo trimestre del 2025, Google ha registrato il miglior risultato della sua storia. Le vendite del gruppo Alphabet hanno infatti toccato i 102,3 miliardi di dollari, in aumento del 16% su base annua, mentre l’utile netto è salito del 33%, fino a 35 miliardi.
Il dato, superiore alle attese degli analisti, ha spinto il titolo in rialzo di oltre il 6% nelle contrattazioni dopo la chiusura di Wall Street. E conferma come l’intelligenza artificiale sia diventata il motore principale della crescita del colosso californiano.
A differenza di Meta o Microsoft, che stanno puntando su modelli e piattaforme, Google ha tradotto la corsa all’IA in un potenziamento diretto del suo business preesistente: il cloud, la pubblicità e la ricerca.
L’IA come leva di business e di potenza industriale
“Stiamo assistendo all’IA che ora sta generando risultati concreti in tutta l’azienda”, ha dichiarato l’amministratore delegato Sundar Pichai. E i numeri gli danno ragione.
La divisione cloud, cuore della strategia di Mountain View, ha registrato ricavi trimestrali per 15,2 miliardi di dollari, in aumento del 34% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
È una crescita che non è solo ciclica ma strutturale: l’azienda ha infatti rivisto al rialzo le sue spese in conto capitale, che nel 2025 toccheranno i 91-93 miliardi di dollari, contro i 52,5 miliardi del 2024. Una cifra colossale che posiziona Google tra i principali investitori al mondo in infrastrutture digitali, insieme a Microsoft, Meta e Amazon.
Da Gemini alla ricerca, la trasformazione dei prodotti
Parallelamente, Google sta ridefinendo la propria offerta di servizi digitali attorno all’intelligenza artificiale. Gemini è ormai integrato in numerosi prodotti, dal motore di ricerca a Workspace. La nuova modalità “AI Mode”, lanciata all’inizio dell’anno, consente agli utenti di effettuare ricerche conversazionali, ricevendo risposte sintetiche e pertinenti in stile chat.
Secondo quanto riferito dalla società, l’app Gemini conta oggi oltre 650 milioni di utenti mensili, con un volume di interrogazioni triplicato rispetto al trimestre precedente. Questi risultati consolidano la posizione di Google in un mercato dove deve però fronteggiare una concorrenza sempre più aggressiva, guidata da ChatGPT e Perplexity.
La divisione di ricerca, nonostante la pressione competitiva, ha comunque generato ricavi per 56,6 miliardi di dollari, in crescita del 15%. YouTube, dal canto suo, ha portato a casa 10,3 miliardi di dollari, anch’essi in aumento del 15% su base annua.
La corsa all’IA, tuttavia, ha un costo. Google sta riorganizzando diversi reparti per ottimizzare le risorse e ridurre la duplicazione di funzioni. Proprio questa settimana YouTube ha comunicato ai propri dipendenti un piano di ristrutturazione del management e la possibilità di aderire a un programma di uscita volontaria. Misure analoghe sono state adottate in altre divisioni, tra cui pubblicità e ricerca.
Fonte: The Wall Street Journal


