A Maranello, in un evento riservato a pochi addetti ai lavori, Ferrari ha sollevato un telo rosso su un palcoscenico per mostrare al mondo la sua prima auto elettrica: la Ferrari Elettrica.
Non una concept car ma un telaio già pronto per la produzione, completo di motore elettrico e pacco batterie. Mancavano solo ruote e carrozzeria, quasi a voler dire che la vera novità non è ciò che si vede ma ciò che si nasconde sotto.
È la prima volta in 78 anni di storia che la Rossa di Maranello si affaccia sul terreno dell’elettrico puro. Il CEO Benedetto Vigna non ha esitato a definirlo “un giorno storico per noi. Tutti abbiamo la pelle d’oca”.
Ma ha voluto chiarire un punto: “L’elettrico è un’aggiunta, non una transizione”. Un messaggio che suona come una dichiarazione d’intenti: l’EV non sostituirà i motori a benzina o ibridi ma li affiancherà.
310 all’ora, 530 chilometri e un suono tutto suo
La Ferrari Elettrica, che verrà svelata integralmente nel 2026, avrà una velocità massima di 310 km/h e un’autonomia dichiarata di almeno 530 chilometri. Sarà una quattro porte “4+2”, progettata per combinare la fruibilità di una gran turismo con le prestazioni di una supercar.
Ma l’aspetto più interessante è il suono, problema tipico delle vetture elettriche fondamentalmente silenziose. Invece di imitare il rombo di un V12 o di riprodurre suoni futuristici, Ferrari ha sviluppato un sistema capace di amplificare le vibrazioni reali del gruppo propulsore elettrico, generando una firma sonora unica, “autenticamente Ferrari”.
In un’epoca in cui molti costruttori faticano a dare un’anima acustica ai propri EV, Maranello sembra voler fare dell’udito un elemento d’identità, non un surrogato nostalgico.
Il telaio e la carrozzeria saranno realizzati per il 75% in alluminio riciclato, con una batteria completamente integrata nel pianale per abbassare il baricentro e migliorare le prestazioni dinamiche. È prevista anche una ricarica rapida, in linea con gli standard delle hypercar elettriche più avanzate.
Il mercato rallenta, Ferrari non si ferma
L’arrivo della Elettrica avviene in un momento in cui molte case sportive stanno ricalibrando le proprie strategie sull’elettrico.
Porsche, pioniera tra i brand di lusso, si è trovata in difficoltà: in Cina il mercato è saturo, mentre in Occidente i clienti continuano a preferire il rombo dei motori tradizionali. Persino Lamborghini, parte del gruppo Volkswagen, ha rinviato al 2029 la sua prima auto a batteria, dichiarando che “il mercato non è ancora pronto”.
Ferrari, invece, procede con la prudenza tipica del marchio. Il piano industriale aggiornato prevede che solo il 20% della gamma sarà completamente elettrica entro il 2030, un obiettivo inferiore rispetto al 40% fissato nel 2022.
Una scelta strategica più conservatrice, che riflette una realtà: la clientela del Cavallino non chiede necessariamente di abbandonare i motori a combustione, e non ha problemi ad abbeverare i propri bolidi con e-fuel sintetici di fascia alta, carburanti che consentono di aggirare, almeno in parte, il bando europeo del 2035 sui motori a combustibile fossile.
Un’elettrica che deve essere più di una elettrica
La Ferrari Elettrica dovrebbe partire da un prezzo di almeno 500.000 euro, posizionandosi quindi ben oltre il segmento premium delle EV.
Ma, come ha dichiarato ai microfoni di Reuters l’ex CEO di Aston Martin, Andy Palmer, non basteranno numeri e cavalli per conquistare il futuro: “Se Ferrari vuole avere successo, deve portare sul mercato un’elettrica che sia più di una semplice elettrica. Non basta offrire accelerazione o velocità di punta: si possono avere anche con una BYD da 30.000 euro”.
E in effetti il futuro Tesla Roadster, con una velocità massima dichiarata superiore ai 400 km/h, rende evidente quanto la pura potenza non basti più. Per Ferrari la sfida sarà allora emozionale: trasmettere lo stesso senso di potenza, eleganza e controllo che si prova al volante di una Rossa a benzina.
Come ha sintetizzato un analista del settore, “una Tesla può darti una sensazione di forza impressionante ma non ti farà mai provare ciò che si prova con una Ferrari”. Ecco perché la casa di Maranello, più che inseguire i numeri, per avere successo dovrà riscrivere la grammatica dell’elettrico.
Non un nuovo linguaggio, insomma, quanto piuttosto un nuovo accento.


