Amazon ha deciso di sospendere temporaneamente le operazioni di consegna di Prime Air in Texas e Arizona dopo due incidenti avvenuti durante test in condizioni di pioggia.
La decisione arriva mentre il programma, lanciato oltre un decennio fa, continua a incontrare ostacoli tecnologici e operativi, rallentando l’obiettivo di consegnare 500 milioni di pacchi l’anno entro il 2030.
Gli incidenti e le cause
Lo stop è stato annunciato dopo che, lo scorso dicembre, due droni MK30 si sono schiantati durante voli di prova all’aeroporto di Pendleton, in Oregon.
Uno dei dispositivi ha preso fuoco dopo l’impatto, mentre un’analisi successiva ha rivelato un problema software legato al volo in condizioni di pioggia leggera.
“Non è stata questa la ragione principale della sospensione,” ha dichiarato un portavoce di Amazon, senza fornire ulteriori dettagli sui problemi che il nuovo aggiornamento software intende risolvere.
Il modello MK30, approvato dalla Federal Aviation Administration (FAA) lo scorso ottobre, è progettato per essere più leggero e silenzioso rispetto al precedente MK27-2, oltre a operare in condizioni meteorologiche moderate.
Prima dello stop, i droni di Prime Air erano impiegati per consegne a College Station, in Texas, e a Tolleson, in Arizona, un sobborgo vicino a Phoenix.
Un altro incidente risale a settembre, quando due droni si sono scontrati durante un test in cui uno dei dispositivi simulava un guasto a un’elica.
Per errore, i tecnici hanno lanciato un secondo drone sullo stesso percorso, provocando una collisione a circa 40 metri di altezza. L’azienda ha successivamente aggiornato le procedure operative e migliorato la formazione del personale.
Prime Air, un programma in difficoltà
Prime Air, annunciato nel 2013 da Jeff Bezos come il futuro della consegna rapida, ha finora raggiunto una scala limitata, con test circoscritti a piccole aree in Texas e Arizona.
Nonostante alcuni successi, come l’autorizzazione della FAA per voli oltre la linea visiva degli operatori, il progetto ha affrontato una serie di battute d’arresto.
Tra queste, la chiusura di un sito di test in California, problemi tecnici e incidenti, inclusi crash che hanno causato incendi e sollevato dubbi sulla sicurezza dei dispositivi.
Sam Stephenson, portavoce di Amazon, ha ribadito l’impegno dell’azienda verso la sicurezza: “Gli incidenti durante i test servono a migliorare la sicurezza delle nostre operazioni. Sarebbe irresponsabile non spingere i nostri dispositivi oltre i limiti”.
Nel frattempo, Amazon ha avviato test per Prime Air anche in Italia e mira a espandersi nel Regno Unito.
Gli ostacoli tecnici e normativi continuano però a pesare su un programma che, a più di un decennio dal lancio, sembra ancora lontano dall’essere implementato su larga scala.


