Sam Altman ha perso la pazienza. Durante un’intervista congiunta nel podcast Bg2 con Satya Nadella, amministratore delegato di Microsoft, il CEO di OpenAI ha risposto in modo piuttosto secco alle domande sui ricavi dell’azienda e sui piani per coprire i costi astronomici delle infrastrutture di calcolo necessarie all’espansione dei suoi modelli di intelligenza artificiale.
“Stiamo facendo ben più di 13 miliardi di dollari di ricavi annuali”, ha dichiarato Altman al conduttore Brad Gerstner, che è anche fondatore e CEO di Altimeter Capita. E ha poi aggiunto con tono ironico: “Se vuoi vendere le tue azioni, troverò io un compratore”.
Il riferimento è alle recenti stime secondo cui OpenAI avrebbe generato circa 13 miliardi di dollari di fatturato nel 2024, una cifra che, pur imponente, impallidisce di fronte agli oltre mille miliardi di dollari di impegni di spesa previsti nei prossimi dieci anni per sostenere la crescita dei suoi modelli fondazionali.
Dietro la battuta di Altman si intravede quindi una certa tensione. Altman ha voluto chiarire che l’azienda non è in difficoltà, ma anzi sta crescendo più rapidamente di quanto molti immaginino.
Altman: “Vorrei vedere certi critici bruciarsi”
Il CEO ha ammesso che esistono critici che parlano “con grande preoccupazione” delle risorse computazionali di OpenAI, ma ha aggiunto che molti di loro “sarebbero i primi a voler comprare le nostre azioni”.
Poi, con un mezzo sorriso, ha immaginato uno scenario alternativo: se OpenAI fosse una società quotata, gli piacerebbe poter rispondere a quei commentatori che preannunciano la bancarotta dell’azienda invitandoli a “shortare” il titolo, cioè a scommettere sul suo crollo. “Mi piacerebbe vederli bruciarsi,” ha detto.
Un passaggio che, più di altri, ha mostrato il tono difensivo e insieme orgoglioso di Altman. Di fronte alle continue speculazioni sul futuro finanziario di OpenAI, il fondatore ha scelto di rispondere non con dati, ma con una sfida implicita al mercato: chi dubita della solidità dell’azienda, provi a metterci dei soldi contro.
I ricavi in crescita e la visione di lungo periodo
Altman ha riconosciuto che OpenAI “potrebbe rovinare tutto” se non riuscisse a garantirsi risorse di calcolo adeguate, ma ha insistito sul fatto che “i ricavi stanno crescendo rapidamente”.
Ha quindi spiegato che l’azienda sta “scommettendo sul futuro”, puntando non solo sull’espansione di ChatGPT ma anche sulla costruzione di un ecosistema più ampio, che includa una piattaforma cloud per l’IA e una futura linea di dispositivi per i consumatori.
“Crediamo che un’intelligenza artificiale capace di automatizzare la ricerca scientifica possa creare un valore enorme”, ha detto, sottolineando che la missione di OpenAI va ben oltre l’assistente conversazionale.
Altman ha infine smentito le voci secondo cui OpenAI si starebbe preparando a un’IPO nel 2026. “Non abbiamo nulla di così specifico”, ha spiegato. “Sono un realista, suppongo che accadrà prima o poi, ma non abbiamo una data in mente né una decisione del consiglio. Non capisco perché la gente scriva questi articoli.”
Un modo per ribadire, forse, che la priorità di OpenAI resta la crescita e che la Borsa può aspettare.
Fonte: Bg2 Pod


